Dal 1985 al 2021 e le origini di gemini31

Qualche giorno fa, rivoltando casa per questioni varie, mi sono trovato tra le mani foto storiche dei bei tempi andati, delle mie origini su due ruote... Di quando al paesello si potevano ancora lasciare le chiavi della macchina attaccate al quandro, parcheggiare e andarsene senza neanche chiudere a chiave: nessuno avrebbe toccato niente. Dalle foto sono finito a vecchi file video di 10 anni fa, fatti con telecamera a nastro con risoluzione di 576px, al tempo il massimo disponibile. Ricordo ancora il software che usavo per il montaggio video: Pinnacle Studio. Cosi, in poco tempo, avevo un pò di materiale tra le mani, materiale che racconta anche le origini del sito gemini31. Ho pensato di raccogliere qui qualcosa che racconta il ritorno all'enduro. "Ritorno" perché quando andavo a scuola, senza pensieri e tanto tempo a disposizione, al paesello si andava sempre 'pe fratte e montarozzi' ogni singolo giorno, era la normalità. Vivendo l'estate in un posto di campagna, spesso era una necessità stare e saper guidare su terra. Crescendo mi sono allontanato dalla terra e scooterizzato fin troppo.

        

Prima sempre in bici, poi i primi cinquantini, purtroppo al tempo non si facevano milioni di foto e video ogni momento come oggi, non era fattibile. Ho raccolto le foto dei mezzi che ho usato di più in assoluto, ne manca qualcuno in realtà. Ho imparato ad andar su terra con con il tipico cinquantino stile fifty, si chiamava Gringo, assolutamente sconosciuto e anonimo in Italia, prodotto dalla Cimatti credo. Freno a disco anteriore, una forcella che pesava quanto due incudini, 4 marce e serbatoio nel telaio portante. La 4 marcia era consumata, ricordo che dovevo tenerla premuta con il piede per non farla uscire in corsa. Nelle foto qui sopra, si vede una carena che copre il motore, in origine non esisteva, quel motorino non aveva carena. A quel tempo la moda aveva creato nuovi cinquantini carenati e a me piaceva l'idea, così presi due fogli di alluminio che lavorai per crearla.

        

Infilavo quel cinquantino a fare off/enduro selvaggio in ogni dove, non so come non si sia mai spaccato in due. Ha retto, nonostante ad un certo punto, si formò una crepa nel serbatoio della benzina, che fungeva da telaio, da dove usciva la benzina... Non potevo più fare il pieno se volevo evitare di prendere fuoco. Ma lui niente, non si è spaccato mai. A far salti e impennate di continuo cercando di star dietro a chi invece aveva il cinquantino da enduro vero... Una fatica della madonna ma ero sempre lì dietro a loro. Siamo più o meno negli anni 1988.

        

Un giorno il Gringo non si è più messo in moto, a forza di tirare a morte il motore, le fasce del pistone hanno ceduto, pistone abbozzato di lato, rigato il cilindro e tutta la testa da rifare da capo. Conservo ancora il pistone originale (foto sotto al centro). Portato in rettifica, pistone e cilindro nuovi, rimontato il tutto mi è avanzata una rondella o rasamento... Non ho mai capito cosa fosse di preciso e dove dovesse andare... Di fatto il motore però andava. Si sentiva un battito inquietante ma non ha più dato problemi. Tirava forte ed ero riuscito a risolvere la problematica della quarta marcia.

        

Gli anni passavano, portato a Roma lo usavo sempre meno: solo per necessità e non più per divertimento. Intanto arrivarono in casa il primo SH50, poi il mitico Honda Vision e  ho cominciato a conoscre il mondo degli scooter, della praticità per andare in città. L'off-road era sempre più un ricordo, fino a quando arrivarono i primi incentivi statali. Llì fu la fine per il Gringo... Con estrema sofferenza finì rottamato. Siamo negli anni 1990.

    

Arrivò quindi l'Aprilia SR (foto sopra a destra): un vero missile. Al tempo sembrava fantascienza, una rivoluzione nel mondo degli scooter 50cc. Cominciai a seguire un pò la moda romana, non più quella di paese da enduro campagnolo ma quella del motore potente: uno stradista puro. Quindi l'SR passò da 50cc a 75cc, un incremento di prestazioni notevoli, mi pare da 7/8 cavalli a circa 14. Peccato che l'albero motore sotto rimase quello del 50cc, che bilanciava il peso di un pistone 50cc. Si faceva cosi al tempo nei box di casa :-) Si cambiava solo il pistone, un lavoro da cannibali.

        

Era diventato un vibratore, spaccava tutte le saldature e plastiche. Non poteva durare troppo. E infatti, un giorno, il cilindro ha ceduto. La gabbia a rulli sotto al pistone è esplosa, il pistone si è messo di traverso a tutto gas e addio motore... Di nuovo. Spaccato il basamento del cilindro, una crepa di 5cm (foto sopra). Per fortuna i carter sotto si salvarono, era possibile riparare il tutto per circa 300.000 lire del tempo. Una volta aperto il motore,  ho capito le conseguenze dello stress meccanico sopportato dall'albero motore: lo spinotto che univa le due parti dell'albero motore aveva i segni della fatica e della temperatura raggiunta... il materiale aveva cambiato colore (foto in alto a sinistra).

Questa volta studiai meglio come rifare il motore. Albero motore da competizione da 11.000 giri, pistone 75cc nuovo, carburatore originale. Aperto il motore ho sostituito e ripulito tutto. Stavolta si avevo fatto un capolavoro: vibrazioni assenti, risposta al gas istantanea, rapporti originali che risultavano corti per un 75cc. Cercava di impennare di solo gas nonostante il carburatore originale, e proprio questo cercavo, potenza in basso e non velocità... Tracce dell'endurista rimaste nel dna. Per qualche anno rimasi su questo SR 75cc fino a che Aprilia fece l'SR 125. Sperando di trovare la stessa buona riuscita dell'SR50 passai all'SR125. Una vaccata immonda!! Motore 125cc con freni del cinquantino, una roba oscena. Giusto il tempo di farci una vacanza in Sardegna con la donna e subito passai a un Leonardo 150. Siamo forse nel 1995 o 1998.

        

Il Leonardo 150 era perfetto: freni potenti, quasi eccessivi, lo intraversavi o mettevi su una ruota come un cinquantino. Passai qualche anno anche con questo scooter. Ormai ero scooterizzato fino all'osso, le due ruote erano un puro mezzo di spostamento di estrema comodità. Ci arrivai fino in Corsica, affidabile, mai un problema... Quando Aprilia era ancora Aprilia ed era competitiva sul serio. Mi capitò il primo incidente nel traffico, per fortuna niente di grave.

         

A questo punto volevo salire di cilindrata, viaggiare lungo e comodo. Passai ad un vero bisonte, aprilia atlantic 500. Uno scooter incompreso dall'Aprilia stessa secondo me. Brutto ma con tante potenzialità lasciate incompiute. Problemi cronici ben conosciuti che si possono trovare anche qui sul sito. Siamo negli anni 2005 più o meno, cominciavo ad avere in mente l'idea di un mio sito dedicato ai motori. Per questo ho documentato il lavoro della pompa dell'acqua al motore Piaggio, in previsione di una eventuale pubblicazione. Con la prima macchina fotografica digitale potevo fotografare senza fondo "a gratis", quindi archiviai le foto di tutto il lavoro. 

        

Arriviamo al 2008: il richiamo alla terra e all'enduro era diventato troppo forte. Trovai un Beta ALP 4.0 da affiancare all'Atlantic 500, per avere due mezzi. A scelta prendevo l'uno o l'altro. Manutenzione molto limitata, il motore non era spinto, un 350 con i suoi 3 litri di olio e intervalli di controllo ai classici 6000km. Dettaglio non da poco, dato che oggi il KTM richiede un tagliando completo ogni 20 ore, circa ogni 1000km, e porta un solo litro di olio. Erano altri tempi e altre idee, non volevo e non potevo ricominciare da un mezzo troppo spinto come un KTM. Purtroppo in breve la moto ha manifestato i suoi limiti. Il telaio sotto sella si spaccò due volte. Riprendevo confidenza con la terra molto rapidamente e la moto non era strutturata per sopportare il trattamento. 

      

In contemporanea facevo i primi esperimenti di montaggio video al computer. I mezzi allora erano quel che erano, oggi un cellulare crea video migliori di una telecamera da 1000 euro di quel tempo. Qui sotto il video fatto quando portai a casa il beta alp 4.0.

 

Pochi mesi dopo l'arrivo del Beta Alp,  nasce anche gemini31. Raccolgo materiale vario e foto messe da parte nel tempo e tiro su il primo esperimento di sito web tutto fatto in casa e con poca esperienza. La foto qui sotto non è proprio della nascita ma di qualche tempo dopo, le grafiche però erano queste all'inizio. Ho iniziato a vedere pochi utenti ma i contatori segnano velocemente che c'è traffico. Ho pensato che condividere quello che facevo poteva essere utile ad altri, poi iniziarono a contattarmi per chiedere informazioni e allora ho pensato che forse non era una brutta l'idea del sito. :-)  Siamo nel 2010.

Dopo qualche anno rottamo l'Atlantic 500 per un Honda SWT400: bicilindrico con motore nel telaio, con un vero forcellone dedicato alla ruota posteriore  e non il motore a fungere da forcellone. Un mondo diverso, quasi motociclistico. Ci viaggio un bel pò e lo sfrutto per bene. Entro a far parte di un forum dedicato a questo scooter. E' il periodo dei raduni, gruppi di 80 scooter in viaggio per varie mete turistiche. Bella esperienza, conosco in questo gruppo il Cerotto, amico con cui ancora oggi si cerca di andare a spasso a far chilometri, anche se gli impegni limitano sempre più le possibilità.

        

     

Il richiamo dell'enduro però non passa, anzi cresce. Va via anche il Beta Alp per far entrare in casa un KTM EXC 250 F, presente ancora oggi. Lo tengo come un oracolo! Il problema del Ktm era che non può essere usato su strada: uno spreco di ore motore e gomme. Portarlo per montagne diventava complicato da organizzare. Parte così la ricerca di un carrello portamoto, che trovo a pochi euro da restaurare. inizio cosi a fare giri sempre più impegnati, mi sfracello ogni tanto per terra sempre più acrobaticamente, torno a casa ogni tanto con un pò di bozzi ma mai niente di rotto.

        

La mia compagna si interessa all'enduro, e allora con un pò di sacrifici arriva in casa il Tricker 250, moto sconosciuta qui in Europa ma perfetta per le donne e chi è alle prime armi, o di statura piccola. Si va a fare scuola di enduro insieme, un bel periodo quello e lei impara in fretta e va come un treno. La preparo per intraprendere prima possibile un'uscita vera tra le montagne.

      

E dato che la fame vien mangiando, che fai... non provi l'off con le maxienduro? E no, non puoi non provare... Cosi va via anche l'Swt400 e arriva il Tènèrè XT 660 Z. Con lei ritrovo la simbiosi totale dei tempi del cinaquantino, il vecchio Gringo. Questa moto ha un'anima che ti parla. Usata tutti i giorni per casa-lavoro, per le sgarufate nelle piste intorno casa, per lunghi trasferimenti. 700km fatti in un giorno e off da esploratore. Portava le cicatrici delle mie cazzate. Raccontare l'esperienza fatta insieme sarebbe veramente lunga e difficile da far capire... Quel pezzo di ferro c'aveva un'anima dentro, tanto semplice tecnicamente, quanto efficace.

      

Arriva mia figlia e il KTM va a riposo per circa 7/8 anni, e il Tricker resta li a mia disposizione. Si rivelerà poi un backup miracoloso qualche anno più avanti. Siamo nel 2012 e le spese sono quello che sono. Rimango a far tutto con il Tènèrè, chilometri e chilometri fatti che non fanno altro che aumentare la simbiosi con quel pezzo di ferro. Arrivano poi tempi migliori, il Tènèrè porta ormai 85.000km e la razionalità prevale sul cuore... Il Tènèrè va via... La pagherò molto cara la cosa però... Almeno va ad un amico, ancora oggi posso vederla, sapere come sta e i km che ha. Ha passato i 100.000 km con un solo problema serio alla pompa della benzina. E siamo al 2018, con l'arrivo del GS 800.

        

Ritirata di notte, caricata sul carrello e portata a casa. Il gigante buono, fa finta di voler fare enduro ma preferisce il turismo. Poco dopo capirò di aver fatto un errore a lasciar andar via il Tènèrè, avrei dovuto invece vendere KTM e Tricker... Non ho avuto il coraggio di separarmi dal Ktm. Con il GS cerco di nuovo la simbiosi trovata con il Tènèrè che in realtà ancora non arriva come vorrei. Mi ci infogno in off impestato ma il peso si fa sentire nelle situazioni difficili. Quei 20/30kg in più rispetto al Tènèrè si fanno invadenti. E' più fragile strutturalmente, non si può usare il paramotore sotto per scavallare o come appoggio estremo, se non con il rischio di spaccare la coppa dell'olio. Qui sotto le foto della prima volta che l'ho portata in off, ancora con le gomme stradali... Se la cavava bene tutto sommato.

        

Cerco di lavorare sul GS per portarlo allo stesso livello del Tènèrè, mi accorgo però che non è detto sia possibile. Strutturalemente sono molto differenti, lo scarico ha un silenziatore che è grosso come uno scaldabagno, si abbozza... Infatti ne porta già i segni. Le sospensioni possono dare tanto ma mostrano facilmente i limiti. La forca non ha un minimo di regolazione, sopratutto su strada è un pò ostica e non vuole essere maltrattata. Cerco di cucirmela addosso il più possibile, lavoro su olio e molle originali e riesco a trovare più o meno i giusti compromessi... Fino a che... Una emerita testa di legno mi si carica frontalmente piegando cerchio, dischi e vari altri danni. 3 Mesi di fermo obbligato e quel Tricker, messo da parte anni prima, si rivela miracoloso come backup. Mi salva e torno su strada con quello in attesa che il GS sia riparato.

 

 

Conosco quindi i costi di riparazione di un BMW. Alla faccia del caciocavallo...!!! A questo punto comincio a ragionare diversamente. L'ansia di stare tra le montagne avendo in mente il concetto che il lunedi quel GS mi deve portare a lavoro. I costi elevati mi fanno riorganizzare le idee: abbassare il tiro nelle uscite in off con il GS e rimettere sotto torchio il KTM. Eccoci al 2021. Mi accorgo che aver passato più o meno gli ultimi 7/8 anni a fare off con pesi oltre i 200Kg, mi hanno portato ad avere una tecnica diciamo molto millimetrica e che con il Ktm ormai solo i muri verticali mi fermano, qualsiasi cosa passa sotto le ruote scorrevole come mai percepito prima.

        

Questa è la storia più o meno dal 1985, quando ho iniziato a dare gas su due ruote, passando per il 2010 anno in cui nasce il sito gemini31, circa un milione di accessi ad oggi. Tante idee per il futuro, magari potrebbe arrivare tra qualche anno una nuova moto.

      

      

    

Ricaricare MotoAirbag.

E alla fine è successo... dopo circa 6 anni che giro con l'airbag, l'ho fatto partire ad cazzum... uso il motoairbag, che si attiva tramite cordicella attaccata alla moto che, superata una certa soglia di tiro della corda, fa partire il pallone. Momento del pollo epico, parto dal parcheggio, penso di girare strettissimo piegando giu la moto quasi da fermo, non faccio in tempo a pensare che devo mantenere una certa rapidità sul gas adatta a sostenere la moto in piega bassa che.... la stendo per tarra! io esco al volo dalla moto e indovina un pò? sento un sonoro schiaffo dietro sul casco e capisco la cazzata appena fatta. Un paio di fanculo tirati a caso e poi mi faccio una bella e sonora risata :-) che tonno.

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Tiro su la moto da terra, mi viene ancora da ridere, guardo in giro se qualcuno avesse visto la manovra acrobatica ma a quanto pare sono salvo... nessuno ha visto, è tutto deserto... :-) qui sotto il video per ricaricare l'airbag per una spesa di 23 euro compresa consegna a casa della bomboletta.

 

Plastidip per salvare plastiche del baule...

Circa 4 anni fa, pensavo che spendere abbondanti 200 euro per un baule di tutto rispetto, significasse finalmente avere delle plastiche nere che restassero tali negli anni... col cavolo! da nere che erano sono diventate praticamente grigio chiaro, e tutto questo stando solamente 5/6 ore al massimo, sotto al sole d'estate, in inverno forse 3/4 ore scarse. Dalle foto qui sotto è evidente il brutto stato estetico che hanno raggiunto le plastiche, colorarle a vernice non se ne parla, si scrosta con il tempo rischiando di peggiorare di più la situazione. Dopo aver visto un mio amico che sul GS1200 ha passato il plastidip su alcune parti vicine al motore, quindi al calore del motore, questo ha mantenuto un buono stato di colore e adesione alle superfici. Mi sono convinto allora di provare a recuperare le plastiche provando il plastidip. Ho preparato il baule con le mascherature sull'alluminio.

     

La mascherature è un lavoro di un palloso assurdo... purtroppo però il buon risultato dipende proprio da questa fase. E' la prima volta che provo questo tipo di vernice, che reagisce in maniera molto diversa da quella classica, di cui posso dire di avere qualche esperienza, qui mi sono fatto la prima esperienza.

     

Finita la mascheratura mi sono ricordato di non aver pulito le superfici, dettaglio vitale per un buon risultato. Pulendo il tutto mi sono reso conto che il livello di deterioramento delle plastiche è impressionante, mentre sgrassavo le varie zone, vedevo che si formava una specie di polverina grigia, come se il primissimo strato esterno delle plastiche stesse venendo via. Tanto tempo perso per cercare di togliere questa polverina. Una volta finito, ho dato la prima passata ci colore. Dopo le prime passate di colore, ho capito che questo plastidip perdona molti errori di stesura del colore, può capitare di caricare troppo colore in una zona, che con una vernice normale porterebbe ad una zona lucida circondata da una opaca, con rischi di fare la goccia al 90%, il plastidip invece regge moltissimo prima di far formare la goccia, e poi lasciandogli il suo tempo per distendersi dopo la spruzzata, nel giro di 15 minuti le zone lucide e opache si parificano tutte. Per chi è alle prime armi con la colorazione sprai è una salvezza. Ho dato tre mani di colore, e poi ho tolto la mascheratura... per togliere la mascheratura però c'è un piccolo problema... un pò come il cane che si morde la cosa.

     

Il plastidip con il passare del tempo, diventa plastico, e acquista una certa resistenza. Togliendo la mascheratura quando il colore ha gia raggiunto lo stato compatto, vuol dire che nel punto che separa il colore dal nastro che viene tolto, si genera un taglio del plastidip tra il colore che resta sulla superficie esposta al colore, e quella che sarà tolta che si trova sulla mascheratura. Questo taglio il più delle volte diventa uno strappo del colore che ha raggiunto lo stato plastico. Spesso questo comporta che il profilo del colore non è perfetto, mostrando delle micro imperfezioni che fanno girare un pò le scatole. Per evitare questo, si dovrebbe togliere la mascheratura quando il plastidip è ancora nel suo stato liquido, quando non ha ancora raggiunto uno stato coeso, in questo modo si ha un taglio più preciso ai bordi della mascheratura. Il problema è però che non si sa mai se basta una sola passata di colore, o ne servono due tre o quattro... Aver bisogno di più passate di colore, inevitabilmente significa lasciare il tempo al plastidip di diventare per il 50% plastico, quindi di incorre nel problema del taglio impreciso.... insomma, non c'è modo di gestire bene la cosa, un compromesso è l'unica soluzione. Al di la di questo, il recupero estetico del baule è pienamente riuscito, si dovrà vedere poi la tenuta nel tempo, che posso solo ipotizzare che sia buona valutando quello che ho visto sul GS del mio amico. Qui sotto il confronto del prima e del dopo, che mi pare ne sia valsa la pena, a parte quelle micro imperfezioni che si vedono andando a cercare nel dettaglio le finiture raggiunte.

     

Sto facendo altri lavori con questi colori, lavori su tutta la moto con il colore bianco, con il lucido, lucido perlato, nero e il rosso, non mancheranno altri articoli a riguardo nei prossimi giorni. Per stuzzicare un pò la curiosità, qui sotto due foto di anticipo di un lungo lavoro che sto facendo... molto più lungo del previsto! a questo link l'articolo.

     

 

Aggiornameto 24/8/2017:

Dopo un anno dal lavoro fatto, vale la pena fare qualche considerazione sulla effettiva resa nel tempo del plastidip. A questo link i dettagli dopo un anno esatto dalla colorazione.

Lo smonta gomme.... 1 a 0 per lui.... !

A vedere chi usa, e soprattutto sa usare lo smonta gomme, fa sembrare la sostituzione di una gomma molto facile e semplificata. Ho scoperto che però molto dipende dal tipo di gomma da lavorare. Quello che io sono riuscito a fare con le sole leve per cambiare le camere d'aria, è un fallimento. Negli ultimi 10 cm di gomma da far rientrare nel cerchio per richiudere il tutto, che sono i più critici, in quel momento buco sempre la camera d'aria.... ne ho fatte fuori almeno tre in varie situazioni. Ho pensato allora che uno smonta gomme avrebbe risolto il problema, sopratutto per il fatto che a 50 euro se ne trovano di nuovi, gia con due o tre cambi gomme fatti in casa la spesa si è ampiamente ripagata. Quindi, ne ho preso uno.

   

Ho scoperto a mie spese poi, che le gomme che monta il Tènèrè, le sirac, anche se indicano che devono essere montate con la camera d'aria, hanno la struttura di una tubless, quindi la parte che va a chiudere sul cerchio è bella tosta, lo smonta gomme aiuta di sicuro, ma l'impresa non è comunque facile. L'inizio del lavoro è molto facilitato, una volta sgonfiata la gomma, staccarla dal cerchio è molto facile, e la cosa mi aveva fatto sperare che nel seguito tutto sarebbe stato facilitato, col cavolo.....

   

Diciamo poi che capire quale sia il verso giusto per montare il puntone cromato dello smonta gomme, per me non è poi tanto chiaro, l'ho usato in un verso o nell'altro a secondo di come mi sembrava più opportuno. Una volta scollata la gomma da cerchio, via di caccia copertoni per stallonare la gomma, e poi sfruttare la lunga leva per facilitare la cosa, in poco tempo la camera d'aria è fuori.

   

Pensavo che il più fosse fatto, e che la strada da adesso in poi fosse facile.... invece da adesso in poi, una fatica della madonna. Dopo una lotta di almeno mezz'ora però sono riuscito a tirare via la gomma dal cerchio. Il problema è che la leva dello smonta gomme aiuta fino ad un certo punto, poi non riesce a spingere completamente fuori la gomma dal cerchio, perchè la forma stessa dello smonta gomme, e la misura del cerchio e della gomma, forse sono al limite, per cui la leva va a battuta, e invece di spingere fuori la gomma completamente, la schiaccia solamente.

   

Dopo aver ripreso un pò di fiato, ricomincio con la nuova gomma. Farla entrare senza lo smonta gomme penso sia impossibile, almeno per me, su questo è stato di grande aiuto la lunga leva. Altra lotta per mettere dentro poi la camera d'aria, e poi il finale.... aiutato da sapone sul bordo della gomma, sul cerchio, l'ho messo ovunque per cercare di facilitare la cosa. Una guerra.... spennella qua con il sapone, spingi la con la leva, spingi con le ginocchia.... fino a che poi sembra che tutto comincia ad andare per il verso giusto....

   

Mancavano solo gli ultimi 10/15cm di gomma da richiudere per averla vinta. Tante belle speranze.... non ne voleva sapere di richiudersi.... sono arrivato alla violenza pura ma non scavallava. Mi studio bene la situazione, sfrutto al massimo la lunga leva blu, e alla fine vinco, la gomma nuova è dentro! bene.... adesso bisognava solo vedere se la camera d'aria era intera.

 

Niente da fare.... la foto qui sopra la dice lunga.... caricato le gomme in macchina e via dal gommista. Nuova camera d'aria per la ruota dietro, 20/25 euro di lavoro al gommista, e gomme nuove pronte all'uso. UNO a ZERO per lo smonta gomme. Diciamo che l'idea che mi sono fatto, è che queste gomme, le sirac, siano veramente toste e difficili da lavorare, confermato poi anche dal gommista. Penso che lavorare le gomme di un enduro leggera sia estremamente più facile e alla portata dello smonta gomme.

 

Gemini31 si rinnova.... :-) (anno 2015)

Gemini31 nasce nel 2010, un pò per passatempo, un pò per passione, nel marzo 2010 va online con poche cose, e ben confuse. Dopo 4 anni è cresciuto più di quel che immaginavo. Tanto per dare dei numeri, si sono registrate 133 persone, più che altro per scaricare manuali e documentazione varia (che presto tornerà disponibile), in totale ci sono state 509.000 pagine viste, circa 127.250 visite l'anno, per una media di 348 pagine viste giornalmente, e un totale di 334 commenti di utenti che hanno frequentato il sito. Per un sito nato un pò per gioco e tempo libero, direi che sono numeri che danno una certa soddisfazione. Qui sotto la grafica del vecchio sito, e più sotto alcuni grafici e curiosità. 

 

 Piccola curiosità, dalle statistiche ho potuto verificare che durante l'estate c'è un aumento del traffico di un 30\40%, mentre nei mesi freddi, sopratutto dicembre gennaio, c'è una riduzione. Dal grafico qui sotto si può vedere che in corrispondenza del mese di gennaio, gli accessi al sito calano vistosamente. Al momento la migrazione di tutti i contenuti del sito è al 90%, mancano ancora alcune parti, e probabilmente ci sono errori vari sparsi ancora da sistemare, sarebbe gradita magari la segnalazione di questi malfunzionamenti del sito cosi da poterli correggere. Ho deciso di aggiungere anche un collegamento con il mio account su youtube che prima non esisteva, si trova in alto a sinistra in tutte le pagine del nuovo sito.

 

Sperando che la nuova veste di Gemini31 possa essere gradita, auguro una buona lettura a tutti......