Un giro infernale... me la sono cercata...

Dopo anni che mi infilo tra le montagne con le dovute attenzion ho fatto la caxxata! L'esperienza potrebbe però tornare utile a chi fa, più o meno, questo sport: evitare leggerezze che poi richiedono sforzi notevoli per uscirne fuori. Avevo organizzato "un giro tranquillo", una traccia tra Carsoli e Campo Rotondo. Conoscendo un pò la zona sapevo che probabilmente non sarebbe stata tutta percorribile con una moto da 200kg. L’idea era di arrivare fin dove si poteva e al limite tornare indietro. E' vero che sono stato in quei posti ma è anche vero che ne è passato di tempo e la memoria può giocare brutti scherzi: cosi è stato.

Partenza da Pereto, io sul Ténéré e un amico su KLE (che ad altezza da terra non è un granché, al massimo un palmo ma era ben corazzata con paramotore in ferro). L’inizio del giro è stato molto facile: strada bianca con varie difficoltà, anche stuzzicanti. Mi sono divertito parecchio a cambiare il setup delle sospensioni... Procediamo tra panorami davvero fantastici e la strada ben visibile e percorribile.

  

clicca sull'immagine per ingrandire

Arriviamo al punto di deviazione, dove iniziare l’esplorazione, e la cosa si è presentata subito impegnativa. Discesa di circa il 25% con gradoni e grossi massi da affrontare. Qualche perplessità e breve scambio di opinioni... Io: “Se qui scendiamo di sicuro non risaliamo con queste moto” e lui: “vabbè, proviamo va… vediamo com’è”. Il Ténéré è sceso digerendo ogni gradone senza troppa fatica, morbido sulle sospensioni, una goduria; il KLE più in difficoltà per il solo fatto di avere una scarsa altezza da terra… 200 metri in discesa impegnata che ci regala una certa soddisfazione nell’essere riusciti a passare. :)

Proseguiamo seguendo la traccia ma dopo qualche chilometro la strada sparisce mentre il gps ci guida dentro la foresta su un apparente single track. Di nuovo: “Che famo…?” E lui “mmmm… Proviamo, al massimo torniamo indietro”. Ok, andiamo su un tratto hard tra spuntoni di roccia, terra e foglie umide. Arrivati allo scollinamento ci rendiamo conto che la traccia non è per moto da 200kg. Con un ktm EXC non ci sarebbero stati troppi problemi a proseguire ma la prudenza ci ha fatto rinunciare. Torniamo sui nostri passi ma il problema era ripercorrere i 200 metri di gradoni fatti prima in discesa, che avremmo dovuto risalire, quasi impossibile se non maltrattando le moto e rischiando le frizioni. Ci ritroviamo a dover per forza proseguire la strada bianca che oltrepassa l’incrocio con la salita a gradoni… e vedere dove ci porta. Tutto sotto controllo comunque, siamo ancora sulla traccia gps segnata che punta verso Campo Rotondo.

  

clicca sull'immagine per ingrandire

Decidiamo però di deviare su una stradina invitante, giusto per movimentare un pò la cosa. E' cominciato un tratto di esplorazione nella foresta completamente improvvisato basandoci sempre sulle indicazione dei gps. Un tratto impegnativo in salita per scollinare e approdare di nuovo su una strada bianca oltre la montagna segnata sulla traccia. Il fondo è umido e pieno di foglie, il grip della ruota posteriore è al limite e la cosa si fa interessante: si sale soltanto se non si perde il ritmo di guida e la velocità. Il mio amico sale in cima con un buon ritmo, io invece distratto dal gps perdo il filo della salita e battezzo il Ténéré con la sua prima caduta. Nel tentativo di riprendere la salita vado per una ventina di metri ma il continuo scodare da tutte le parti mi butta a terra di nuovo. Riparto e finalmente riusciamo a passare tutti e due. Pausa pranzo così nel nulla sulla collina e poi si riparte giù in discesa.

  

clicca sull'immagine per ingrandire

Rusciamo a riagganciare la traccia originale che segue la strada bianca ma siamo dal lato opposto della montagna che ci separa dal punto di partenza. Sapere di essere su una strada bianca, ben indicata sul gps, mi ha fatto credere che il resto sarebbe stato facile, invece ci siamo infilati nell’inferno. Inizialmente la strada è stata facile e scorrevole ma ad un certo punto ci siamo ritrovati davanti la strada interrotta da una staccionata con filo spinato a pochi km dal punto chiave per il rientro. Facciamo il punto sulla situazione e decidiamo di abbandonare la strada per puntare verso la famosa salita per poi finire il giro... ovviamente "inventando" la strada nei boschi. Continuiamo e la strada bianca di nuovo sparisce, sicuri delle informazioni del gps che indica la direzione giusta (in linea d’aria siamo a 1km di distanza dalla salita impossibile dell’inizio traccia). Dobbiamo solo riuscire ad affrontare una montagna che ci separa da quel punto (!). La strada non è impegnativa ma senza rendercene conto ci siamo addentrati parecchio. La prudenza ci consiglia di non affrontare tratti troppo difficili, cominciamo a zigzagare fino a quando arriviamo in un punto invitante in discesa. A quel punto rifletto e di nuovo dico: “Se scendiamo qui non sappiamo dove finiamo e rifarla in salita non la vedo bene… troppe foglie e umido per 200kg...” Questo è il momento in cui la situazione si è complicata, nella foto qui sotto a destra ci trovavamo nella zona indicata dal cerchio giallo.

  

clicca sull'immagine per ingrandire

Mi giro per guardare dietro la strada da cui eravamo venuti… Irriconoscibile… alberi ovunque e pareti di roccia in ogni direzione, nessun orizzonte in vista… Ma da dove caxxo siamo entrati qui…! Avendo zigzagato tra alberi e pareti di roccia uno scarto di 10/20 metri a destra o a sinistra stravolge lo scenario. La cosa si fa seria. Mentre guido sono ormai sempre più distratto dal gps per orientarmi, così mi infilo in un gradone impossibile da superare e mi sdraio per terra… di nuovo… E che cavolo! Incastrato sotto la moto con il piede (e stavolta ho lasciato una cicatrice sul serbatoio) capisco che ricorderò questi momenti ogni volta che guarderò quella cicatrice sul serbatoio…Vabbè comunque abbiamo sto benedettogps cartografico che ci può aiutare. Una volta risollevata la moto riprendiamo e arriviamo su un cucuzzolo. Guardo il gps per capire che succede ma la sfiga - che c’ha un’ottima mira - decide che la batteria è scarica e di colpo si spegne............................... La mia prudenza organizzativa ha almeno evitato il coas totale: ho portato anche un secondo gps, il kalenji dove ho le stesse tracce caricate. Purtroppo non è cartografico e ho segnato solo dei waypoint che indicano i vari paesi, rifugi e riferimenti. Riassumendo: moto spente e ferme su un cucuzzolo da cui non sappiamo dove scendere per evitare di finire in un imbuto senza uscita (!).

Cerco a piedi la strada da cui siamo venuti. Niente… troppa discesa, non ricordavo di averla fatta in salita. Dalle indicazioni del gps capisco solo qual è la direzione giusta ma tra il sapere dove andare e riuscire a trovare un passaggio per le moto c’è un mondo. Ci avviciniamo alla traccia segnata dal kaleji in andata ma il terreno difficile ci costringe ad allontanarci di nuovo. Poi troviamo un tratto in discesa facile ed eventualmente ripercorribile al contrario in caso di bisogno. Stiamo puntando verso la traccia originale… Sempre più vicini cominciamo a riconoscere il posto: la chiazza di fango, la parvenza di stradino tra il verde e finalmente riusciamo a tornare in pianura in un punto riconoscibile.

  

clicca sull'immagine per ingrandire

Ritroviamo tutti i passaggi e torniamo sulla strada bianca ben segnata e scorrevole. Finalmente al sicuro decidiamo di andare verso la civiltà, o comunque di rimanere dove la strada è segnata. Sbuchiamo finalmente a Campo Rotondo. Il gps cartografico che nel frattempo era rimasto spento e attaccato ai 12v si era ricaricato un pò, purtroppo consuma più corrente di quella che riesce a ricevere in carica. È al 40%, Decido di affidarmi al tomtom, il classico “portami a casa”. Convinto di aver dato l'ok alle strade con pedaggio non mi accorgo di averlo fatto per le strade sterrate da percorrere. La stanchezza e la fretta mi hanno fatto dare per scontato che chiedesse dei pedaggi senza leggere. Così ci porta ancora dentro la montagna su sterrati, lo seguiamo e arriviamo sulla stessa traccia da cui aravamo scappati. Non ho idea di come il tomtom potesse avere quella strada ma dò per scontato che sia percorribile! Ci dice 15km alla prossima svolta.  Immagino saranno 15km di strada scorrevole bianca, è un tomtom… invece ci stavamo infilando in un inferno ancora peggiore del precedente. :-/ Andiamo avanti su una strada abbastanza scorrevole.

10km alla svolta e la strada diventa sempre meno “strada”. 9km alla svolta e la strada non è più una strada ma richiede una certa guida. Quando riesco a capire che il tomtom ci ha fatto infilare dentro Fosso Fioio è troppo tardi, tornare indietro è impossibile. Eravamo stanchi morti e soprattutto avremmo corso seriamente il rischio di bruciare qualche frizione tornando indietro, oltre al fatto che il KLE non poteva affrontare gradoni alti in salita con la poca altezza da terra che ha. Fosso Fioio è il letto di un fiume in secca in questo periodo, e il tomtom lo indica come strada sterrata! Ennesima caxxata del giorno appresso ai gps. Fosso Fioio è un bellissimo tratto da fare con un enduro leggero, ma con 200kg di endurona è un altro discorso. Poi con 85km di fuoristrada alle spalle affrontare circa 4-5 km di strada alternata a rocce grandi come sedie e gradoni da 30 cm di media, è veramente delirante. Tutto sommato il Ténéré andava avanti molto bene, non ha mai toccato e le sospensioni morbide aiutavano molto; con un pò di coraggio forse a manetta aperta sarebbe stato ancora più scorrevole. Il povero KLE però è andato oltre ogni suo limite. Io andavo avanti di 100 metri, mi fermavo e a piedi tornavo dietro ad assistere il KLE che procedeva a passo d’uomo e spanciava di continuo. Alla fine dopo circa un oretta di delirio ce l'abbiamo fatta, siamo arrivati alla civiltà: a Camerata.

  

clicca sull'immagine per ingrandire

Normalmente il Ténéré a metà serbatoio percorre almeno 220km, quando siamo arrivati a Camerata in totale avevamo percorso 190Km (partendo da casa) e avevo meno della metà del serbatoio: praticamente in totale circa 95km di fuoristrada tutti in prima e seconda. La considerazione finale che si tende sempre a non tenere stampata in testa: la memoria fa brutti scherzi tra le montagne pensando "qui ci sono passato tempo fa.... mi ricordo... forse qui... forse li....", poi se si esce in due e tutti e due hanno una discreta facilità di guida il problema è che fino a che non si arriva all’estremo né uno né l’altro decidono di fermarsi in tempo.

Non hai i permessi per pubblicare commenti

VAI AL NUOVO SITO... CLICCA SUL LOGO GEMINI31 IN ALTO A SINISTRA