Sostituzione pastiglie anteriori sul Ténéré, con imprevisto....

Finalmente, dopo 55.000km, i freni davanti sono da sostituire... un chilometraggio mostruoso, considerando che dietro le ho cambiate gia 2 volte. Mi verrebbe da pesare che freno in maniera sbagliata, in realtà non è cosi, tutti quelli che conosco con la mia stessa moto, hanno un chilometraggio simile prima di intervenire, probabilmente il doppio disco da al freno un elevata efficienza. Comunque sia, il lavoro non è affatto complicato, purtroppo però, ho avuto un piccolo problema che mi ha bloccato per un pò di tempo, più avanti spigo tutto. Si può procedere alla sostituzione delle pasticche, dalla parte inferiore della pinza, togliendo prima i due fermi che bloccano il perno che fissa le pasticche.

    

Tolti i fermi, si può estrarre il perno senza troppa fatica, e a questo punto le pasticche sono libere e si posso estrarre. Poi, si devono far rientrare i pistoncini della pinza per far posto alle nuove pasticche, che hanno uno spessore maggiore delle vecchie, e non entrerebbero in sede. Può essere fatto facendo leva con un cacciavite sui pistoncini, tenendo presente dove è che si punta il cacciavite per fare leva per evitare di rovinare la pinza.

       

Sistemata una pinza, si passa all'altra, e qui ho avuto il problema che mi ha costretto a smontare la pinza. In poche parole, l'altra pinza, è andata in blocco idraulico, e non ho capito il perchè. Non mi era mai capitato prima. Mentre cercavo di far rientrare i pistoncini della pinza, mi sono accorto che non c'era verso di smuoverli.

       

Sono stato costretto a far defluire l'olio fuori dalla pinza, tramite lo spurgo. Bisogna essere attrezzati con un tubicino dove far scorrere via l'olio, senza non è possibile farlo. Per mia fortuna, non butto mai materiali che mi ispirano che prima o poi ci farò qualcosa. Ho rimediato cosi due tubicini da infilare negli sfiati delle pinze, poi ho allentato lo sfiato delle due pinze, e piano piano è fuoriuscito l'olio. Questo però non è stato sufficiente, ho dovuto penare non poco prima che la pinza si sbloccasse. Probabilmente qualche impurità ha otturato i condotti interni della pinza, bloccandola.

       

Alla fine, di colpo si è sbloccata, ho potuto cosi terminare il lavoro e rimontare le due pinze. Avendo espulso un certa quantità d'olio, ho dovuto ripristinare poi il giusto livello nel serbatoio, che infatti indicava sotto la linea low. Ho verificato quantità d'olio tolta, e poi dal manuale d'officina, ho cercato indicazioni sul tipo d'olio da usare, e eventualmente indicazioni particolari sulle quantità.

       

Per fortuna, nei meandri del mio box, avevo una boccetta d'olio dot 4 da usare. Ho ripristinato il livello nel serbatoio, fatto tutte le verifiche del caso, e tutto è tornato funzionante come sempre.

    

    

Supporto vaschetta radiatore rotta.

Chissà da quando andavo in giro con il supporto rotto... credo sia solo questione di vibrazioni, e li, a diretto contatto con il motore, credo siano molto più forti di quanto non si senta sul manubrio, o dalla sella. Comunque, l'altro giorno, ammirando la motoretta sotto al sole in un momento di pausa a lavoro, vedo che la vaschetta ha il supporto posteriore completamente spaccato (vedi foto qui sotto), e controllando bene, anche nella parte davanti manca il perno che la fissava alla protezione grigia laterale.

    

bella scocciatura... mi sono messo a ragionare su come inventare una pezza al problema, che a prima vista non mi sembrava poi cosi banale, non è che sia possibile fare due buchi sulla vaschetta, un paio di viti e via.... per come è fatta la rottura del supporto, non c'è materiale disponibile si cui poter inventare un nuovo supporto.

     

L'unico punto dove potersi attaccare, è dove esistono gia le filettature a cui si va a fissare la plastica grigia di protezione. Questi unici fori filettati però, sono distanti dal supporto rotto, e neanche in linea. Ho preso un cartoncino, e con un pò di fantasia, ho trovato le misure per creare un supporto modellato in modo che riesca a sfruttare la filettatura sulla vaschetta, per fissarci un braccetto che raggiunge poi il supporto sul motore. Riportate le misure poi su un foglio di alluminio, ho tagliato e sagomato la parte per accoppiarsi alla vaschetta e fissarla. Le foto qui sotto raccontano molto meglio l'idea che ho avuto:

      

     

     

Visto che poi anche l'occhio vuole la sua parte, mi avanzava nel box una bomboletta di vernice nera di quando verniciai il parafango della C2, con tanto di fondo prima della verniciatura. Ho dato il fondo sul pezzo, e poi passato la vernice nera, perfetto!

      

Considerando poi che il problema penso sia derivato dalle vibrazioni, non mi sembrava saggio lasciare la vaschetta a diretto contatto con questo nuovo supporto in alluminio, le vibrazioni tra le due parti a contatto potrebbero consumare la plastica della vaschetta. Quindi, rovistando nel box, ho trovato un rotolo di gomma adesiva da mettere nella parte interna del supporto, e il problema per adesso è risolto... bisogna vedere quanto dura questa plastica adesiva, penso che le vibrazioni la consumeranno comunque, e allora un bel ritaglio di camera d'aria, e via.

      

  

 

 

 

Commenti  

0# ANDREA 2021-01-09 16:26
Ho lo stesso problema, ottima idea complimenti

Paracoppa GIVI sul Tènèrè

Di serie il Tènèrè monta un bel paracoppa che purtroppo e in plastica, fa il suo buon lavoro, ma potrebbe non bastare se ci si mette di mezzo la sfiga, che c'ha un bella mira quando vuole. Mi sono messo alla ricerca di un paracoppa originale yamaha, quello in alluminio, pensando che fosse fatto meglio di quello in plastica. Una volta montato però mi sono reso conto che non era poi un gran che.... è si di alluminio con la sua resistenza sicuramente maggiore della plastica, il problema è che è più piccolo di quello in plastica, molto più piccolo. Questo comporta che il motore è più esposto. E a conferma di questo, qualche tempo dopo averlo montato, la sfiga ha cercato di fare il suo danno. In un passaggio ad una velocità poco più che a passo d'uomo, tra sassaiole e spuntoni di roccia, ho preso in pieno un masso interrato e sporgente quel tanto che basta da prendere in pieno il carter motore. Terribile sentire il suono sordo si una bella martellata sul motore, che si ripercuote su tutta la moto, nel mezzo del nulla. Puoi solo pregare che la fortuna ti assista... me la sono cavata con una la bella cicatrice che si vede in foto qui sotto a sinistra.

   

Dalla foto qui sopra di destra, si vede che il paracoppa in alluminio, sovrapposto a quello in plastica, è più piccolo, e alcune zone non le copre affatto. Mi sono messo alla ricerca di altre soluzioni, compresa quella di autocostruire l'oggetto come secondo me dovrebbe essere. Poi ho scoperto che GIVI, ad un prezzo più che umano, ha in catalogo un paracoppa che è addirittura poco più grande di quello originale in plastica yamaha, e riesce anche a proteggere la parte bassa della pompa dell'acqua. Nelle foto qui sotto a sinistra, il confronto dei tre diversi paracoppa affiancati, al centro l'originale yamaha in alluminio sovrapposto al GIV, e a sinistra quello di serie in plastica sovrapposto al GIVI.

     

Qui sotto il confronto di quello in allumino originale yamaha, e di quello di serie in plastica. Quello in plastica copre molta più superficie sul fianco e sotto al motore, non tanto, ma quel che basta per preferirlo a mio modo di vedere.

    

Il montaggio non è niente di troppo complicato, si sostituisce il bullone del supporto motore che deve essere più lungo, e vanno aggiunti i braccetti di sostegno a cui poi fissare realmente il paracoppa. Essendo GIVI anche il paramotore superiore, i due di accoppiano alla perfezione.

   

   

Una volta fissati i braccetti, montare poi il paracoppa è un attimo. Una volta montato, mi sono accorto però che anche questo ha le sue pecche. E' molto distante dal motore, l'originale seguiva molto più da vicino il profilo del motore. Questo potrebbe essere positivo per certi versi, però diminuisce leggermente la portata di gradino che la moto può affrontare prima di spanciare.

   

   

Mi sento molto più tranquillo a girare per le sassaiole con questo paracoppa rispetto agli altri, anche con le sue piccole pecche. Molto positivo anche il fatto che la parte bassa della pompa dell'acqua viene protetta con un profilo che la segue nella sua forma, anche se poteva essere fatto meglio di come è secondo me.

   

Paramotore GIVI 2014 VS 2012

Il mio amico "cerotto", ha finalmente ritirato il suo paramotore GIVI modello 2013 (anche per lui circa 40 giorni di attesa per averlo), che ha un nuovo profilo rispetto alla prima serie che motno io sulla mia moto. La prima differenza che salta all'occhio è che l'intero paramotore è composto in sole due parti. La prima serie era fatta da 4 parti imbullonate tra loro. Nelle foto qui sotto a sinistra si vedono le quattro parti della prima serie del paramotore, nella foto di destra la parte sinistra della nuova versione (blocco unico dal cupolino alla base del motore) sovrapposta alla vecchia montata sulla mia moto.

   

I punti di fissaggio del nuovo modello non differiscono dal precedente, in alto si fissa sull'imbullonatura del cupolino, sotto la sella sul tubolare del telaio, e in basso ad uno dei supporti motore. Purtroppo ci siamo subito resi conto che questo Givi non è compatibile con il paramotore originale del Tènèrè, o meglio con la parte tubolare di questo. Dalle foto qui sotto si vede che l'attacco del Givi usa lo stesso spazio occupato dal tubolare del paracoppa, quindi siamo stati costretti a eliminare il tubolare del paracoppa per adesso, poi si vedrà....

   

   

Nelle foto qui sotto, si vede come togliendo il tubolare del paracoppa si riesca a far passare l'attacco per il Givi su uno dei supporti motore.

   

Fissata la parte in basso, abbiamo verificato la precisione degli altri punti di fissaggio, sul cupolino e sul telaio sotto la sella. Più o meno i fori combaciano, ma nella parte posteriore sotto la sella è servita una decisa spinta per portare nella posizione giusta l'asola sul telaio della moto.

    

   

Qui sotto un altro paio di foto in dettaglio di come si fissa la parte bassa, e di come sia diverso rispetto alla versione precedente quando sovrapposto al mio.

   

Finito il lavoro ho fatto una serie di foto per confrontare i due modelli. A prima vista sembrano molto simili ma in realtà ci sono un bel pò di differenze. A parer mio il nuovo modello ha un disegno migliore, a vederlo bene ha un profilo che ad immaginare la moto in una caduta, fa pensare che sia meno probabile che possa artigliare il terreno e richiare di trasferire lo stress della caduta sugli attacchi al telaio della moto, è un profilo che definirei più sfuggente, che asseconda la scivolata sul terreno, cosa che è stata molto criticata al primo modello.

    

   

   

Doppio interruttore faro abbagliante Ténéré

Non ho mai digerito il fatto che sul Ténéré si può usare solamente un tipo di faro alla volta, o abbagliante, o anabbagliante.... se poi all'anabbagliante c'è montato lo xenon, il passaggio all'abbagliante con lampada normale è traumatico, si percepisce un pò di luce in profondità piena di zone d'ombra, davanti alla ruota della moto è quasi notte, poco illuminato, a parer mio decisamente pericoloso. Ho sempre pensato di modificare questa cosa facendo in modo che le due lampade rimanessero accese contemporaneamente. La mia fissazione di non voler fare alla modo modifiche invasive e non reversibili, mi ha sempre frenato. Poi per caso in giro su internet ho visto un interruttore da manubrio che mi ha fatto scattare la molla, lo vedete qui sotto nella foto a sinistra, in un unico accessorio due interruttori diversi. Ho pensato quindi di sostituire il comando remoto dello striker, un pò bruttino esteticamente (foto qui sotto a destra), con questo nuovo accessorio sull'interruttore giallo, che è solo a pressione, mentre su quello rosso, il controllo del faro abbagliante per tenerlo acceso insieme all'anabbagliante

   

Ho smontato e aperto il blocchetto di sinistra per cercare dove collegare al meglio il comando per la lampada abbagliante, e dopo un pò di ragionamenti, ho deciso di sfruttare il comando per il lampeggio. Collegandomi direttamente ai due contatti con una leggera saldatura, ho potuto replicare il comando del lampeggio abbagliante (che lascia acceso l'anabbagliante), sull'interruttore nuovo aggiunto.

   

Per poter raggiungere i contatti sul blocchetto della moto, ho dovuto prolungare il cavo dell'interruttore rosso, cosa non proprio facilissima dato che si tratta di saldare su parti metalliche a contatto con la plastica, che non sopporta bene il calore di un saldatore. Cosi con tanta pazienza e ripetutti tentaivi rapidi con il saldatore, sono riuscito a sostituire il cavo corsto con uno più lungo, e a saldare anche sui contatti dell'interruttore del lampeggio abbagliante della moto.

   

   

Fatte le saldature, la parte più difficile è finita, il resto è solo sitemazione dei cavi al meglio. Il controllo remoto dello striker è molto meglio con questo nuovo interruttore, azionabile più facilmente, non posso dire lo stesso del controllo del faro. Con i guanti invernali non si riesce bene a capire quando lo si ha sotto il dito.

   

Esteticamente è decisamente un buon risultato, si integra molto con la parte originale della moto e non da l'impressione di un accrocco aggiunto. Ho fatto anche un test di carico con manopole riscaldate accese al massimo, e con le due lampade accese. Il voltometro scende da 14V a 12,7V, un calo non indifferente, considerando però che una situazione del genere si verifica solamente per pochi attimi, direi che non ci dovrebbero essere problemi.

   

Commenti  

0# Marco 2019-01-24 00:00
Ciao!
Complimenti per il sito è per tutte le modifiche!
Volevo chiederti se la modifica che hai fatto era possibile farla anche senza aggiungere un interruttore in più...volendo non si può fare un collegamento tra i cavi del tasto del lampeggiante e quello dell'abbagliante fisso?
Fare in modo che quando attacchi gli abbaglianti con il tasto fisso si abbia lo stesso effetto di quando lampeggiano l'indice.
 
# paolo.f 2019-01-24 08:03
Ciao,
Si, è possibile, non lo feci perchè non mi andava l'idea di dover intervenire in maniera un pò più invasiva sull'originalità della moto. Se vai al link qui sotto, trovi un tipo che come me ha pubblicato un pò di lavori, e ha fatto la modifica che cerchi tu. Devi cortocircuitare due cavi ed il gioco è fatto, scorri la pagina del suo sito e troverai quello che cerchi.

massimomiraglia.blogspot.com/.../...